venerdì 30 marzo 2007

Insalata di Lischi e tekka

Ok, lo ammetto! Mi sono fatta prendere dalla pigrizia. In parte è vero, e in parte penso che per qualcuno che si avvicini per la prima volta alla cucina naturale possa essere utile qualche ricettina facile e veloce, anche come pretesto per arricchire la dispensa di alimenti nuovi...
Se il tofu ormai lo conoscono tutti, la tekka probabilmente è un mistero per chi non è macrobiotico... Essa è uno specifico di questa alimentazione, legato al cuore, del quale è considerata un tonico...
...io la uso perchè mi piace, anche se non bisogna esagerare nelle dosi, perchè tende a voler essere protagonista assoluta ;)



Un mazzetto di lischi
un panetto di tofu
un pizzico di sale integrale
un cucchiaio di olio di sesamo spremuto a freddo
un cucchiaino di tekka (si trova nei negozi specializzati)

Prima di tutto è necessario lavare e pulire i lischi. Una volta fatto, scaldare l'olio di semi di sesamo e prima che inizi a fumare mettere i lischi, salare, e coprire con il coperchio. Lasciare cuocere per circa una decina di minuti. Nel frattempo prendere il tofu e tagliarlo in piccoli pezzi, io ho cercato di tagliarlo a striscioline, per dargli la forma delle verdurine che accompagnava. Un volta trascorso il tempo indicato, aggiungere il tofu e alzare la fiamma in modo da imprimere energia tramite il fervore della fiamma, ovviamente per pochi minuti ;)
Servire con una spolverata di tekka... io ci vedo bene anche qualche seme di girasole tostato :-D
Il Criticissimo Tester purtroppo si rifiuta di collaborare per la presenza di troppe robine verdi, imparare a mangiare le verdure può essere dura per chi ha la sindrome di Peter Pan :)

giovedì 29 marzo 2007

De Young Museum di Herzog e De Meuron

Non credo ci siano al mondo mestieri dal maggior impatto ambientale rispetto a quello del geometra, dell’architetto, dell’ingegnere o dell’urbanista… mio malgrado spesso mi dico che qualsiasi mio ragionamento o mia azione grafica, all’interno delle ore lavorative, avranno sul territorio un effetto, e una ricaduta sulla vita della gente…

Dal momento che difficilmente abbandoneremo le comodità ottenute dal progresso per vivere in bellissime capanne fatte in giunchi e canne, allora mi piace l’idea di prendere come esempi alcuni grandi architetti internazionali, che con la loro opera dimostrano come anche l’intervento più imponente, se fatto con intelligenza e maestria, può inserirsi con garbo all’interno di una ambiente ancora naturale.



E’ il caso del “de Young Museum” realizzato dallo studio Herzog e De Meuron per San Francisco.
Questo edificio sorge nel Golden Gate Park, sulle rovine del precedente museo che venne demolito in seguito al terremoto che nel 1989 lo deteriorò.
Si tratta di un fabbricato che a un primo sguardo appare “grave e pesante”, infatti nella composizione del suo impianto è fortemente accentuato il concetto di massa, anche se poi è l’uso sapiente della tecnologia a creare un rapporto diretto con la natura che gli sta intorno. Per questo lo trovo più che interessante…
A creare il risultato che tanto ammiro non è solo la scelta di materiali naturali, come il legno e la pietra inseriti nei percorsi che accompagnano il visitatore in un dialogo tra il naturale e l’artificiale, ma soprattutto la scelta del rivestimento della struttura con una pelle di rame traforato. Questa membrana si compone di pannelli in oro rosso, che nascono dall’unione tra il genio dei due progettisti e l’industrializzazione, infatti la texture di fori di varia dimensione e ritmo imita il gioco di luci e ombre delle fronde degli alberi del parco nel quale l’edificio sorge.

Sicuramente quest’opera è interessante da diversi punti di vista, ma questo post vuole essere come un sasso gettato nell’acqua e non ha intenzione di annoiare, del resto nella rete c’è molto a suo proposito ;)

mercoledì 28 marzo 2007

Gene, Pittore al Vernice Art Fair

Sabato sono stata al Vernice Art Fair, una esposizione di opere di giovani talenti e di professionisti dell'arte dei nostri giorni.
Per quanto riguarda il design ho l'onore di conoscere la vincitrice del concorso... e qui mi pavoneggio un attimo :D a cui ho già chiesto la collaborazione per un post dedicato all'opera che presentato alla convenscion... quindi Faby ti tocca ...
Sinceramente ero andata là, come si sarà capito, per sostenere la mia amica, ma anche per ammirare, per la prima volta dal vivo, il suo prototipo. Siccome sono una persona curiosa e invadente, una volta entrata, non avrei mai rinunciato a fare un giro tra gli stand del salone...


Il Vernice Art Fair è tutt'altro che un'iniziativa noiosa, anzi è un mix di allestimenti curioso, infatti, tra opere bizzarre e improponibili, ho avuto la possibilità di ammirare qualche opera pittorica di un artista che non conoscevo.

Sto parlando di Generoso Pompa, che è solito firmare le sue opere con il diminutivo affibiatogli sin dall'infanzia, Gene, appunto. I suoi quadri mi hanno colpita profondamente, è stato come se mi inniettassero negli occhi un raggio di sole. Ancora adesso, malgrado sia passato più di qualche giorno, ho impresso nella mente quei colori e quella sensazione di invadente energia. Parlo di inniezione, di invadenza, per la forza e l'intensità cromatica che rendono ipnotiche quelle tele.
Se ci si avvicina, poi, ci si rende conto della maestria della tecnica, infatti i tronchi degli alberi sono in rilievo e la materialità del colore sembra rapirti, quasi esso avesse vita propria e potesse allungarsi per raccoglierti e portarti dentro al dipinto. In realtà però quel viaggio lo hai già fatto, nel momento stesso in cui il tuo sguardo ha incontrato l'opera, quindi la tela resta mite e si lascia ammirare perchè è impossibile non comprenderla e non amarla...


lunedì 26 marzo 2007

Casa Batllò

Oggi presento un opera famosissima, infatti essa appare sui testi di scuola fin dalle medie, ma che per essere apprezzata come merita deve essere attraversata e vissuta...

Per merito del Vallico posso farla ammirare tramite una ballissima foto, che ha scattato come ricordo del nostro capodanno da viandanti :)
Ringrazio Letizia pubblicamente per averci ospitato nella sua casa, offrendoci addirittura il suo letto, e i miei compagni di viaggio che, come sempre, hanno dato un'impronta di allegra pazzia a quei pochi giorni trascorsi assieme nella mia adorata Spagna!




Opera universalmente conosciuta, Casa Batllò di Antoni Gaudì, è un classico dell'architettura zoomorfa. Abituata all'immagine della facciata che l'ha resa famosa in tutto il mondo, con il nome "la casa degli ossi", non mi aspettavo di vivere un'esperienza simile entrando all'interno...
E' possibile trovare informazioni storiche in tantissimi siti, partendo da Wikipedia, ma sostituirmi alle enciclopedie non è l'obiettivo di questo post, anche perchè non è possibile percepire l'energia celata nell'edificio studiando sui testi...

La visita della casa con l'audio guida è un viaggio in un'altrà dimensione.
E' come essere inghiottiti da un'animale marino antico e potente...
...passeggiare in quegli interni dalle forme morbide e accoglienti...
...ammirare l'ineguagliabile creatività del genio di Gaudì impressa in ogni particolare...
...non ci sono parole per descrivere le sensazioni che suscita il suo linguaggio compositivo...
Anche le foto non rendono giustizia, perchè si tratta di un edificio che respira e palpita, e questo non è percepibile da un'immagine statica. Per questo consiglio vivamente di fare quest'esperienza a chiunque abbia la fortuna di andare a Barcellona!

La vida loca è un'altra faccia che trovo molto interessante della terra dei nostri cugini latini, chi mi conosce lo sa bene ;D ma non è l'unica cosa che amo della Spagna!!!

venerdì 23 marzo 2007

I biscotti di Yari

Adoro i biscotti, amo pucciarli nel tè. Nel compenso ho un'odio profondo verso il burro, che proprio non mi piace, e limito lo zucchero alle uscite fuori casa, in cui dò perscontato la sua presenta anche negli alimenti salati...

Chi segue il blog della mia paladina (La cuoca petulante) sa che abbiamo richiesto più volte la sua creatività per l'invenzione di una ricettà macrobiotica per biscotti, ma a lei non piacciono, e giustamente sostiene che è difficile, se non impossibile, fare buoni i macrobiscotti.

Io non demordo, e quando ho visto nel blog di Yari (il cucchiaio di legno) un'idea che mi incuriosiva molto, ho provato!



Il riultato è testimoniato dalla foto :) e devo dire che non erano niente male, ovviamente ho fatto alcune modifiche alla ricetta proposta nel blog, e altre sperimentazioni sono in atto...

Ringrazio Yari per avermi dato questo imput!

Quando avrò realizzato un prodotto soddisfacente per il mio criticissimo Tester, allora proporrò la mia ricetta! ;)

giovedì 22 marzo 2007

L'Oro Blu

Oggi è la giornata mondiale dell'acqua, e a questo proposito presento un libro che mi ha segnata molto; un libro bellissimo, affascinante che si è meritato l'acquisto una volta restituita la copia letta in biblioteca.



L'autore è Vandana Shiva, il titolo è “Le guerre dell’acqua” , quest'opera mi ha aperto gli occhi su una questione che ignoravo totalmente। Facendo parte di una società nella quale basta girare un rubinetto per avere l’acqua alla temperatura desiderata, mi appariva incredibile pensare che disporre di una così vitale risorsa, possa diventare, in contesti diversi, tanto difficile da pregiudicare la sopravvivenza.

Il libro promuove l’atteggiamento solidale e sostenibile nei confronti di questa materia prima, legittimandolo con l’insostituibilità dell’acqua come fonte di vita necessaria alla sopravvivenza di qualsiasi specie vivente.

Secondo la casistica riferita nel testo, le culture che si basano sul risparmio dell'acqua, riescono a creare abbondanza nella scarsità, a differenza della mercificazione a tutti i costi fondata sulle pompe a combustibili fossili. Quasta tecnologia, infatti, abbassando sempre più il livello di falda dell’acqua non contaminata, aumentando l’inquinamento atmosferico e quello delle falde freatiche.
Inoltre lo sfruttamento privo di ogni logica non si pone nell’ottica della comprensione delle regole seguite dal nostro pianeta, tanto che, questo atteggiamento non solo non trova il modo di risolverle il problema, ma si frappone in un equilibrio precario determinando reazioni a catena tali da generare ulteriori danni.

L’obiettivo è quello di creare una sensibilità sulla problematica, tale da rendere possibile nel futuro un comportamento più naturale e corretto nei confronti di una risorsa che dobbiamo rispettare e amare, se non vogliamo precluderci la possibilità di un futuro il più possibile esente da guerre per la sopravvivenza।

“...in realtà, contrariamente a quanto fa credere la maggioranza dei media americani, europei e occidentalizzati, gli eroi di oggi e di domani non sono gli individui più competitivi [...] ma sono (e saranno), invece, quelli che fanno progredire il bene comune, i diritti di tutti alla vita, alla cittadinanza.” (Riccardo Petrella “il manifesto dell’acqua. il diritto alla vita per tutti” pag.9 del testo citato)

mercoledì 21 marzo 2007

Cloud Chambers


Le camere di nuvole progettate da Chris Drury sono piccole strutture realizzate con materiali naturali, quali pietra, legno, terra, erba e canne, che sembrerebbero prese direttamente dal luogo in cui esse vengono realizzate. Sono piccole stanze magiche che funzionano con lo stesso meccanismo della camera oscura, infatti, catturando la luce e i colori dell’esterno li proietta capovolti sul pavimento bianco dell’interno.
Questo funzionamento è possibile tramite l’esclusione della luce all’esterno, per mezzo di porte o di percorsi che si muovono a spirale. La luce entra da una piccola apertura posta alla sommità della struttura, e con l’aiuto di lenti e specchi Drury seleziona la visuale prescelta che verrà “inghiottita” all’interno.

Le Chambers sono davvero piccoli oggetti incantati che hanno un fascino incredibile. L’artista ne ha realizzate diverse in Gran Bretagna, come quella che ho deciso di proporvi nel mio magnifico schizzo ;-) denominata Reed Chamber.

La Reed Chamber è stata realizzata nel 2002 per il Wildfowl and Wetland Centre, ha piccole dimensioni, infatti non supera i 6 metri di altezza, quindi è facile intuire che si tratta di un gioiellino mignon. Essa è stata realizzata su di una pedana in legno posta sopra un giuncheto. Proprio da quest’ultimo è rapita l’immagine proiettata all’interno, sottratta dall’apertura posta nella bellissima copertura in paglia realizzata da Chris Tomkins.

Nel caso qualcuno sia interessato ad approfondire l’argomento io consiglio “Architettura Naturale” di Alessandro Rocca, 22 Publishing.

martedì 20 marzo 2007

Vernice Art Fair 23-24-25 Marzo



Non posso non dir nulla a proposito di questo evento... Non solo perchè trovo che sia davvero interessante, ma anche perchè anche in questa edizione esporrà una giovane Designer che ammiro immensamente, e a cui voglio un bene infinito!
Fabiana Farneti ha 26 anni e si è laurata presso l'istituto ISIA di Faenza con 110 e lode.
Le sue creazioni nascono da una passione vera verso la progettazione, e in questi anni ha dimostrato davvero di non arrendersi proprio mai, così io spero vivamente di portarle fortuna con questo pensiro affettuoso!

Sono le passioni a dare energia e senso alla nostra vita e quando vedo persone con obbiettivi chiari, e pronte a tutto per raggiungerli, non posso far altro che tirare fuori striscioni e tamburi per fare il tifo per loro!!!

Quindi che dire... in bocca al lupo Piccola!!!

lunedì 19 marzo 2007

Convegno AIAR 23 Marzo 2007, Ravenna



Quando ho letto la locandina di questo convegno ho pensato che il mondo è veramente piccolo piccolo… ora capirete perché…

... diventa straordinario comprendere il perfetto equilibrio che la Natura sa darsi fin dal seme per definire la esatta disposizione delle parti che determineranno il corretto svolgimento della sintesi clorofilliana, quindi la vita e le condizioni di benessere dell'intero organismo vegetale. Del resto le architetture umane, quando utilizzano materiali naturali e non di sintesi, ed imitano proporzioni ed equilibri propri del nostro paesaggio, sortiscono comunque un bilanciamento ed un equilibrio che tende a riconoscere proprio i rapporti aurei della cosiddetta sezione aurea, cui la stessa fillotassi, come pure la nostra struttura corporea, risponde.”
(Ing. Arch. Barabara Bartoli)

Il convegno presentato con queste accattivanti parole, si terrà il 23/03/2007 alle ore 16:00 a Ravenna presso la Sala Cavalcoli – Camera di Commercio Ravenna – V.le Farini 14 .

E’ stato organizzato dal Prof. Ing. Arch. Barbara Bartoli, Alma Master Studiorum ( Università di Bologna – Facoltà di Ingegneria ), nonché Presidente AIAR e Vice Presidente ANIAI.

Interverranno, tra gli altri nomi, l’arch. Alessandro Bazzoffia, e ovviamente l’ing. arch. Barbara Bartoli. Il primo portando come esempio l’isola Polvese nel Lago Trasimeno (PG) tratterà di un laboratorio botanico di alta tecnologia, mentre l’ing. arch. Barbara Bortoli con un intervento intitolato “Dal giardino cuore della città ideale (Auroville - Tamil Nadu INDIA) all’archigroltura, tratterà proprio di natura nell’architettura! Argomento che adoro!

Lo scopo di questa iniziativa è quello di presentare il progetto preliminare per il futuro giardino botanico di Ravenna!
Si parlerà anche di progettazione del naturale e della volontà del comune ravennate di divenire città sostenibile!


Per informazioni potete contattare la segreteria AIAR 347/3844889.

venerdì 16 marzo 2007

Spaghetti di Farro con Tofu e Verdure

Il venerdì mi garba parecchio parlare di cibo, chissà che non diventi il giorno del post culinario...
La pasta mi piace, anche se solitamente preferisco i cereali integrali, ma ultimamente non ho dedicato molto tempo alla cucina, e ieri avevo bisogno di qualcosa che fosse veloce e completo, e possibilmente non troppo pesante… Mi è venuta in aiuto la bieta cotta da mia madre la sera prima, così ho improvvisato un piatto facile, rapido e soprattutto buono!
Che c’è di meglio!!! ;-)))


----------------------------------------------------------------------------------spaghetti di farro
tofu al naturale
uno spicchio d’aglio
un piccolo peperoncino secco
un pò di verdura, di qualsiasi tipo e forma, cotta al vapore o a pressione
un cucchiaio di olio di sesamo spremuto a freddo
gomasio o tamari
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Sciacquare il tofu, asciugarlo con carta assorbente, e tagliarlo a cubetti. Mentre si cuoce la pasta mettere il tofu nell’acqua bollente di quest'ultima e lasciarlo per tre minuti. Nel frattempo rosolare nell’olio di sesamo l’aglio e il peperoncino in una padellina o ancora meglio nel wok. Passati i tre minuti recuperare il tofu con un cucchiaio di legno e aggiungerlo nel wok, facendolo saltare allegramente fino a quando non si crea un crosticina dorata attorno. Aggiungere la pasta una volta scolata e la bieta, e cuocere ancora un paio di minuti.
Servire caldo con una spolverata di gomasio o qualche goccia di tamari.

giovedì 15 marzo 2007

Sergio Calatroni

Fino a qualche giorno fa devo ammettere che non sapevo chi fosse, poi come a volte capita nella vita, accetti un invito e rimani conquistata…
L’invito mi è stato proposto dall’ordine degli architetti di Ravenna, il quale per festeggiare i suoi primi vent’anni ha intrapreso, con questo primo incontro, una serie di conferenze e di inizitive veramete interessanti ;-)



“Lo stupore della decorazione nell’architettura. Geometrie della mente” è il titolo dato al colloquio con l’illustre collega, il quale ha parlato con semplicità e fascino di filosofia, matematica, geometria (e qui ritorna il mio primo amore), pittura e natura.
Parlo di colloquio, perché così è stato, le conferenze sono unidirezionali, mentre l’atmosfera informale e la gentilezza dell’oratore ha invogliato gli spettatori a intervenire con garbo. Non so esattamente quanto è durata l’esposizione, ma il tempo passa veloce quando non lo butti via :-)

mercoledì 14 marzo 2007

Il Tè Bancha

Come ho scritto nella descrizione questo blog non sarà ristretto solo all’architettura, anzi… l’architettura è, e deve essere un luogo, un contesto nel quale è sempre l’essere vivente il primo attore. Essa serve per proteggere, per accogliere, per condurre al sogno, ma non può e non deve essere un asettica protagonista.
Per questo mi diletterò anche a proporre ricette e a parlare di cibo o cucina macrobiotica :-P Perché macrobiotica? Anche questo spiegherò… ma non ora.

Una delle mie varie passioni è il tè nelle sue più diverse forme :-)


Il tè bancha è un té verde proveniente dal Giappone, terra nel quale è molto diffuso. Si può trovare di buona qualità nei supermercati biologici e nei rivenditori specializzati.
Non è un tè pregiato, in quanto le sue foglioline sono state raccolte per ultime, ma proprio per questo è naturalmente quasi privo di caffeina, in modo da poter essere gustato anche dai bambini a qualsiasi ora.
Con la denominazione Kukicha si contaddistinque il tè ottenuto dall’infusione dei rametti della pianta, in questo caso è totalente privo di stimolanti, quindi aiuta il rilassamento, e come tutte le bevande calde è una vera coccola :-)))
E’ un tè molto ricco di ferro, calcio e vitamina A.
Il tè Bancha è uno specifico della cucina macrobiotica, infatti esso aiuta a rafforzare l’organismo, ha un azione alcalinizzante sul sangue, e può essere utile, tra le altre cose, anche alla digestione.
A parte tutto è veramente buono, ha un gusto prezioso e sa di pace e tranquillità, insomma un ottimo break ;-)

lunedì 12 marzo 2007

La Torre del Vento


La torre del vento è un’opera affascinate, relizzata da un’architetto eccezionale, probabilmente cresciuto a pane e architettura. L’autore è Cherubino Gambardella, un progettista dotato di un talento innato e di una padronanza del linguaggio architettonico ammirevole. Non parlerò in questa sede di Lui e della sua personalità artistica, ma sono sicura che tornerò sull’argomento perché credo che ne valga la pena.
Sono innamorata di quest’opera, infatti essa è davvero impressionante per la bellezza nella sua semplicità.
La torre del vento è stata progettata e realizzata per Bagnoli in provincia di Napoli, in un intervento di recupero di un’area litoranea precedentemente adibita a discarica.
Questo piccolo manufatto è una delle attrezzature per il tempo libero che hanno accompagnato la rinascita della costa. Nell’immaginario dell’architetto essa si configura come area di sosta ombreggiata e rinfrescante che accompagna alla spiaggia e al mare.

Si compone in una galleria e in una torre realizzate con montanti di legno avvolti da canne di bambù, i quali ricoprono una gradinata in mattoni di laterizio assemblati a secco e tenuti saldi da una rete metallica. Bellissimo è l’effetto che donano i tiranti in canapa che collaborano staticamente con la struttura lignea.
Questo semplice manufatto è straordinario proprio per l’impatto ambietale praticamente nullo, infatti non solo è un intervento elegante e gradevole, ma è anche totalmente reversibile. La struttura è smontabile nei periodi inverali, senza l’impiego di troppe risorse, proprio per la facilità di assemblaggio dei materiali.

Al di là del mio schizzo :-P merita davvero di essere vista, almeno in foto, da non perdere è il libro “Geografie parallele” di Cherubino Gambardella, Clean Edizioni.

mercoledì 7 marzo 2007

La sezione aurea

La sezione aurea mi affascina da sempre. Pare che gli antichi abbiano scoperto con essa una formula magica, una regola apparentemente semplice che racchiude in sè la spinta energetica della natura.

Furono i Pitagorici a scoprire che il lato di un decagono regolare inscritto in una circonferenza costituisce la sezione aurea del raggio. Da esso la scuola filosofica costruì geometricamente il proprio simbolo, il famoso “pentagramma” che rappresenta l’armonia, e da sempre porta con se una ascendente misterioso riconducibile proprio dalla sezione aurea dal quale è generato.

Non ho intenzione di soffermarmi sulle nozioni aritmetiche della sezione aurea, non perché non le trovi interessanti, ma perché quello che è veramente importante è come un numero abbia contribuito alla formazione artistica, architettonica e scultorea della nostra società.
Questo è sicuramente determinato dal fatto che tale proporzione racchiuda in sè il segreto della crescita della natura, infatti diversi tipi di conchiglie, come ad esempio quella del Nautilus, presentano un disegno a spirale che si muove seguendo i numeri della serie di Fibonacci.
In realtà non solo le conchiglie, ma anche gli alberi e le foglie di alcune specie hanno questo rapporto stretto con la geometria.



Quanto detto sarebbe già sufficiente a dare una motivazione dell’importanza della sezione aurea nella storia delle arti, ma se affermo che anche le doppie eliche del DNA umano nella loro forma elicoidale hanno uno stretto rapporto con l’aurea proporzione, allora veramente si intuisce che essa fa parte di noi, ed è per questo che riconosciamo nell’arte classica un’arte immortale, in armonia con la natura e con noi, perché essa deriva da noi come noi da essa.

martedì 6 marzo 2007

La natura umana

Come prima cosa, come primo gesto, mi viene spontaneo un pensiero sulla natura umana e sulle energie che l’uomo da sempre ha impegnato per superare i propri limiti, fino a quando, in qualche occasione, il raggiungimento dell’obiettivo significa la perdita di vista della motivazione originaria.

In questo mi farò aiutare da grandi uomini, che con chiarezza, hanno saputo dar voce ai pensieri di molti, e ad ispirare idee nuove nelle menti di altri.



[ Quando, nel 1952, si recò a Oslo a ricevere il Premio Nobel per la pace, Albert Schweitrzer esortò il mondo a “osare di guardare in faccia la realtà … L’uomo è divenuto un superuomo … Ma il superuomo col suo sovrumano potere non è pervenuto al livello di una sovrumana razionalità. Più il suo potere cresce, e più egli diventa anzi un pover’uomo … Le nostre coscienze non possono non essere scosse dalla constatazione che, più cresciamo e diventiamo superuomini, e più siamo disumani”. ]



Tratto dal libro di Erich Fromm Avere o essere?